Il Veneto è sicuramente conosciuto in tutto il mondo per la magica città di Venezia,
scelta da tante coppie, come da diverse celebrità,
per sposarsi in questo luogo unico al mondo, ricco di fascino, di storia e di mistero.
scelta da tante coppie, come da diverse celebrità,
per sposarsi in questo luogo unico al mondo, ricco di fascino, di storia e di mistero.
Forse non c’è neanche bisogno che lo dica…
uno dei simboli della città è la famosa gondola!
E proprio a bordo di questa imbarcazione caratteristica,
gli sposi, terminata la cerimonia, erano soliti raggiungere il ristorante su un’isola della laguna,
seguiti dai loro ospiti.
Il Veneto però, oltre a Venezia, offre anche tantissimi altri luoghi di rara bellezza,
ville storiche di grande pregio, per non parlare degli ottimi vini.
Ma come festeggiavano i matrimoni i veneti?
Ci sono diverse tradizioni particolari e cadute in disuso legate a questa terra.
Per esempio, nell’Alta Marca trevigiana,
era tradizione che la suocera aspettasse la nuora sulla soglia di casa,
che avrebbero poi condiviso dopo il matrimonio, con in mano una scopa.
Questa veniva passata alla giovane come simbolo del suo futuro ruolo e,
durante il “passaggio del testimone”, la donna pronunciava una frase in dialetto veneto:
“Vien dentro nora, dall’inverno semo fora, de quel che te ha vù, no state pensar più”!
durante il “passaggio del testimone”, la donna pronunciava una frase in dialetto veneto:
“Vien dentro nora, dall’inverno semo fora, de quel che te ha vù, no state pensar più”!
In questo modo, la futura suocera esortava la sposa a lasciarsi alle spalle
le sue abitudini da ragazza nubile, perché dal giorno del suo matrimonio in poi,
i suoi compiti sarebbero stati quelli di pulire e occuparsi della casa e del marito,
mentre alla donna più anziana sarebbe spettato il compito di cucinare per tutti.
Un’altra tradizione era quella di intonare, durante il banchetto nuziale,
canti volgari ma scherzosi, che canzonassero la prima notte di nozze degli sposi,
con lo scopo di augurare fertilità alla coppia.
Le origini di questa usanza,
sono probabilmente da ricercare nei canti fescennini di origine romana,
dai versi scherzosi, spesso un po’ rozzi,
intonati durante le cerimonie nuziali e le feste rurali.
Alla prossima regione!
Caterina