È il 16 maggio del 1770 e tutta la Francia è in gran fermento: si sta celebrando il matrimonio tra il delfino Luigi XVI e la quindicesima figlia di Maria Teresa d’Austria: Maria Antonietta.
Il lavoro diplomatico per questo matrimonio è iniziato nel 1769, affinché si stabilisse finalmente un’alleanza tra l’Impero Asburgico e la Francia, da tempo su fronti opposti. Tuttavia l’acredine nei confronti di Inghilterra e Prussia le ha avvicinate tanto da dare vita a questo matrimonio che passerà alla storia non certo per il lieto fine.
Il 7 maggio del 1770, Maria Antonietta al confine tra l’Austria e la Francia verrà svestita delle sue vesti austriache, come era consuetudine, e rivestita della moda francese.
La madre però le raccomanderà sempre di rimanere una buona austriaca, ed ubbidendo a quest’ordine la povera e inesperta Maria si attirerà maldicenze e malumori da parte di tutta la Francia, anche della corte stessa, che la accuserà a più riprese di essere una spia austriaca e di aver causato volutamente la forte crisi economica in cui cadrà la Francia.
Ma tutto questo è ancora di là da venire: ancora nessuno si immagina la guerra delle farine, la rivoluzione o la ghigliottina.
Tutti, davvero tutti, ora non pensano ad altro che alla grande festa che sta iniziando.
Sì, perché per il matrimonio tra il delfino di Francia e Maria Antonietta, il re Luigi XV non bada certo a spese. Sono in più di 5000 le persone che hanno varcato le porte di Versailles, per ammirare quei meravigliosi giardini e le fontane, in attesa dei grandi fuochi d’artificio previsti per quella sera.
Maria Antonietta non era una bellezza straordinaria, anzi.
Era minuta, esile, dagli occhi pervinca sporgenti e la fronte molto alta, tuttavia era dotata di fascino ed esuberanza, caratteristiche che le permisero di conquistare facilmente il cuore di Luigi XVI, che tuttavia era timido e impacciato, non dotato della medesima propensione all’amore e alle donne proprie della sua famiglia, e in particolare del padre e del nonno.
Nessuno degli abiti di Maria Antonietta è sopravvissuto alla rivoluzione, tanto meno il ricchissimo abito da sposa, che però dettò la moda dell’epoca e di cui quindi possiamo ritrovare alcune caratteristiche negli abiti delle principesse che si sposarono negli anni seguenti.
L’abito per esempio della principessa di Svezia, Edvige Elisabetta Carlotta di Holstein-Gottorp, sposatasi nel 1774, presenta un caratteristico corpetto ricamato e intarsiato di pietre preziose, che nel caso di Maria Antonietta sappiamo essere diamanti. Una gonna, sostenuta da un panier amplissimo (ossia quel sostegno della gonna, detta comunemente gabbia, per accentuare la larghezza dei fianchi e ottenere il tipico effetto della gonna larga), altrettanto preziosa e le immancabili maniche in pizzo.
Da un commento della duchessa di Northumberland che era presente al matrimonio di Maria Antonietta, ed in particolare al passaggio del corteo verso la Chapelle Royale, possiamo dedurre diverse caratteristiche dell’abito.
Va detto però che la duchessa fu piuttosto critica, a partire proprio dalla statura della futura regina.
Dopotutto però si trattava di una quattordicenne acerba e immatura sotto diversissimi aspetti, anche fisici, e probabilmente ai sarti erano state fornite misure che però dal momento della comunicazione al momento del matrimonio dovevano essere cambiate, come è giusto che sia per una ragazzina di quattordici anni.
In ogni modo la duchessa ci dice che la delfina era talmente bassa che sembrava una bambina di 12 anni, che il corpetto sembrava troppo piccolo e lasciava visibile una larga parte della sottoveste merlettata. Inoltre la sposa era esageratamente carica di gioielli, di diamanti in particolare, da brillare di luce propria, facendola sembrare anche un po’ ridicola.
Il corteo era composto dalle principesse e principi di sangue, fratelli e sorelle del delfino, dalla dama d’onore di Maria Antonietta e da altri componenti della famiglia reale.
Una volta giunti alla Chapelle Royale, gli sposi ricevettero la benedizione del cardinale la Roche-Aymon, come da tradizione, e a questo punto iniziarono i festeggiamenti veri e propri.
Nel parco della reggia vennero aperte le fontane per le Grand Eaux, mentre la folla di curiosi giunti da Parigi per assistere alle nozze reali aspettavano con pazienza i grandiosi fuochi d’artificio previsti per quella sera.
Tuttavia il destino era in agguato e si scatenò uno di quei segni che a posteriori sembrano quasi venuti in avvertimento dell’infausta sorte degli sposi: sugli astanti, borghesi e piccola nobiltà che non aveva accesso alla corte, si scatenò un violento uragano che mandò a monte i festeggiamenti esterni di quella sera.
Nelle sale della reggia invece i festeggiamenti proseguirono senza problemi, tra danze, balli e un banchetto luculliano che gli sposi e la famiglia reale dovettero mangiare, come da tradizione, davanti a tutta la corte.
Questo fu uno dei momenti più difficili per Maria, che stuzzicava appena la lunghissima serie di piatti che le venivano presentati.
Diverso era per il delfino che gustò i 5 arrosti e non solo, tanto che il padre si raccomandò con lui che non facesse indigestione proprio quella sera. Al ché lo sprovveduto principe rispose che dormiva meglio a stomaco pieno.
E questa dovrebbe già essere una buona premessa per capire cosa avvenne in seguito.
Prima gli sposi, e in particolare Maria Antonietta, si dedicarono al gioco d’azzardo, a bere e alla vita sociale, e poi la cerimonia del Coucher, per cui gli sposi venivano accompagnati a letto per la prima notte da tutta la corte o quasi (sicuramente li accompagnò il padre di lui).
Infatti, dopo la cerimonia del Coucher, invece di consumare il matrimonio come sarebbe dovuto essere loro dovere, il principe si addormentò, completamente ignaro di come adempiere ai suoi doveri, esattamente come Maria dopotutto.
Per sette anni la coppia reale non consumò il matrimonio, troppo giovani e inesperti in un’epoca in cui le informazioni non erano certo facili da reperire. Però questa responsabilità venne attribuita a Maria Antonietta, ancora una volta capro espiatorio dei mali del regno di Francia.
Maria Antonietta era una ragazzina impreparata al ruolo che era stata costretta a ricoprire: si divertiva tra amanti e vita sociale, tra il gioco d’azzardo e la sua casa delle bambole, rinchiusa nella sua gabbia dorata di Versailles.
Luigi XVI ereditò un paese al collasso, infelice, una santabarbara pronta a esplodere, e così avvenne, nel modo più crudele che si sarebbe potuto immaginare.
Ma dopotutto questa è un’altra storia, che si sarebbe verificata 19 anni dopo uno dei più sontuosi matrimoni di tutti i tempi.
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Caterina